«L’insegnamento resta per me un vero lavoro, troppo
spesso nell’ambiente sportivo relegato in secondo piano…
le difficoltà affrontate come atleta hanno scatenato
in me la voglia di trasmettere tutte quelle informazioni,
per favorire ed esaltare le potenzialità dei ragazzi
con i quali ho avuto la fortuna di lavorare».
Parola di Paolo Marcelloni, jesino, quarant’anni nel
pattinaggio riuscendo a fare di un’attività sportiva e di un
inizio quasi casuale dell’impegno di allenatore una scelta
professionale e di vita, fatta di tappe cruciali, decisioni
coraggiose, riconoscimenti.
Collaborazioni con oltre venti
società, incarichi federali di altissimo livello, corsi tecnici
tenuti in vari paesi (Portogallo, Spagna, Ungheria, Cile,
Germania, Svizzera), partecipazioni
a convegni internazionali
in qualità di relatore (Riccione,
Abano Terme, Piombino,
Las Vegas, Santiago del Cile,
Inzell in Germania, Bogotà e
Barrancabermeja in Colombia),
fino al corso di formazione
tenuto in Iran nel 2007.
Oltre 150 podi nazionali ed
internazionali conquistati dagli
atleti allenati, tante sfide professionali
vinte ed un “Manuale
di pattinaggio” (dalla cui
premessa le parole di cui sopra) che, in attesa di un’edizione
inglese cui si sta lavorando dopo quelle italiana e
tedesca, costituisce per il settore un punto di riferimento.
Un testo espressione di anni di pratica, osservazioni,
studi, pubblicazioni divulgate a livello mondiale, che sigilla
quarant’anni di attività.
«Ho iniziato a pattinare a dieci anni nel 1967 – dice
Paolo Marcelloni – quando si iniziò a Jesi sulla spinta di
Lamberto Magini, allora presidente dell’U.S. Acli. Con la
sua lungimiranza contattò Sergio Rossi, campione del
mondo che aveva da poco smesso l’attività. Sergio Rossi
e Pietro Giunta sono stati i miei maestri di sport e di vita».
Altra data fondamentale, 1973. «Un inizio precoce
dell’attività di allenatore – racconta Marcelloni – a sedici
anni, probabilmente perché ero il più grande d’età in
zona, la proposta del responsabile provinciale per allenare
la società di Monte San Vito. Non ero certo un allenatore
ma iniziai».
Il salto, coraggioso, nel 1982. «Anno in cui scelsi
l’attività di allenatore a tempo pieno. Decisione non
facile ma che mi ha portato a fare con successo del pattinaggio
il mio lavoro. Collaborazioni, consulenze. Nel
1991, e fino ad oggi, la Federazione Italiana Hockey e
Pattinaggio ed il presidente Sabatino Aracu mi hanno
scelto per il ruolo di direttore della Scuola Italiana Pattinaggio
a Rotelle corsa, che si occupa di formazione di
allenatori e ricerca.
L’anno dopo la comparsa del pattino
in linea. Si pensava fosse simile
al pattino tradizionale, in realtà nasceva
in pratica un altro sport. Una
bella sfida, un colpo per l’Italia, sino
a quel momento paese di riferimento
nella disciplina.
Si ripartiva da zero:
trasferte all’estero, studi, analisi
a partire da quelle di biomeccanica
con l’Istituto di Scienza dello Sport di
Roma, per capire come sfruttare al
meglio un attrezzo che richiedeva
altre conoscenze.
Già nel 1995 l’Italia ritrovò risultati
importanti: una gratificazione personale e professionale
in uno sport in cui nel frattempo molti hanno fatto
e stanno facendo passi da giganti».
Allenatore di quarto livello europeo, premiato nel
2007 dal presidente del Coni Petrucci con la Palma d’Oro
al merito tecnico, Marcelloni collabora col Ct azzurro
Martignon ed Ippolito Sanfratello (oro olimpico a Torino
2006 su ghiaccio dopo otto titoli nel pattinaggio corsa)
fra raduni nazionali e progetti tecnici.
E dal 2005 c’è il coinvolgimento in Sportitalia. «Una
società che si occupa dell’organizzazione di eventi sportivi
in genere, dal circuito di maratone Italian Line Cup ai
prossimi Campionati nazionali Indoor di Lignano
Sabbiadoro, con tanto di sito: www.sportitaliasrl.com».
Tratto da "Jesi e la sua Valle" |