Febbraio
2005, sono trascorsi 11 anni da quando per la prima volta
sono stato negli Stati Uniti, in occasione del classico
incontro annuale per gli allenatori americani a Las Vegas.
Nel 1994, con una rappresentativa di tecnici italiani
mandati dalla nostra federazione, sono entrato per la prima in un
“rink” (recinto per pattinaggio a rotelle) americano.
All’epoca (solo da tre anni si gareggiava con il pattino in linea)
eravamo alla ricerca di informazioni, considerato che proprio in quell’anno
eravamo tornati dal Campionato del Mondo con sole due medaglie,
una d’argento ed una di bronzo, conquistate dal settore femminile
rispettivamente da Elisabetta Giorgini su pista nei 500 e da Rosanna
Saitta su strada in una prova di fondo.
Nel 2004, la situazione risulta del tutto ribaltata (non solo per
prestazioni in generale soddisfacenti della nostra Nazionale), infatti
lo scorso anno (e precedenti, almeno ultimi 5 anni) sono solo gli
atleti seniores del settore maschile a poter vincere gare ad un mondiale.
Nel 1994-1995-1996, atleti del valore di Tony e Dante
Muse, Derrek Parra e Chad Hedrik,
impartivano negli USA le direttive tecniche per la crescita
del movimento.
Alcune di quelle indicazioni mi sono servite per iniziare ad elaborare
materiale tecnico di facile utilizzo ed adattabile alle varie competenze
tecniche dei nostri atleti.
Non avendo però avuto mai la possibilità di assistere
ad una gara indoor in pista piana, su fondo trattato con il famoso
“roll-on” e con le loro normative, è rimasta per me fino allo
scorso mese, una lacuna da colmare ma soprattutto una verifica della
correttezza su quanto in questi anni ho cercato di trasmettere nei
vari ambiti federali e se cambiamenti sostanziali fossero avvenuti.
La relativa economicità del biglietto aereo, mi ha spinto ha
programmare la trasferta.
Nei giorni 25-26-27 febbraio 2005, presso il rink
“Cornwells Skating Center” di Filadelfia, si è
svolto un incontro di pattinaggio con oltre 500 atleti.
Mi aveva informato di tale evento Luigino Verducci, che sarebbe stato
lì per realizzare alcuni calchi ad atleti statunitensi.
Volo diretto Roma-Filadelfia, arrivo giovedì pomeriggio 24
febbraio, sotto una fitta nevicata durata per tutta la notte. Venerdì
mattino inizio inizia la manifestazione per tutte le categorie previste
dal regolamento USA. Una osservazione: la categoria World
Class, i migliori, non hanno corso il primo giorno. Altre
curiosità: alla categoria Freshman Boys/Girls,
appartengono gli studenti universitari del primo anno (le matricole),
alla categoria Sophmore Man/Ladies, appartengono
gli studenti universitari del secondo anno, Tiny Tot dovrebbero essere i nostri cuccioli.
Ecco le loro categorie (spero di inserirle tutte), naturalmente sono
maschili e femminili:
World
Class
Senior
Junior
Sophmore
Freshman
Elementary
Juvenile
Primary
Classic
Master
Veteran
Grand Veteran
Il “rink” molto simile a quello di Las Vegas, un capannone non più
alto di 5 metri, dimensione della pista 25x50, giro
di pista con i 4 birilli da 100 metri, spazio per
il pubblico e gli atleti solo in un lato lungo della pista, servizi
igienici (per gli uomini 2 servizi igienici con porte e tre senza
porte ed un lavandino, probabilmente così anche per le donne),
un bar nel quale venivano preparati “paninazzi” con i loro ingredienti,
dolcetti e bibite; ma attenzione c’era il divieto assoluto di portarsi
cibarie varie dall’esterno, i venditori in piccoli spazi erano dislocati
in questa area.
Annotazione tecnica 1: nelle gare riservate alla
categoria World Class (escluse le americane), il percorso è
stato modificato, sempre 100 metri al giro, ma su “ovale” (la normale
curva geometrica) delimitato in ogni curva da 6 birilli, 2 molto vicini
al centro curva e gli altri 4, 2 nell’ingresso e 2 nell’uscita appositamente
distanziati.
Annotazione tecnica 2: se nel giro con 4 birilli,
a velocità submassimale, il giro di pista viene percorso con
4 passi incrociati per curva (1 passo incrociato è composto
da due spinte, una di destro ed una di sinistro) iniziando dal birillo
d’ingresso, più due leggere spinte di destro e sinistro in
ogni rettilineo (a volte non vengono fatte se la curva viene spinta
maggiormente, si prende dopo il quarto passo incrociato la classica
posizione base in rettilineo per trasformarla nel carrellamento fino
al birillo d’ingresso), per un totale di 12 passi al giro. Con questo
numero di passi e sequenza il tempo può variare da 10”50 a
9”50 e sotto (circa).
Sul percorso “ovale”, sempre a velocità submassimale, il giro
di pista viene percorso con 2 o 3 passi incrociati per curva, iniziando
però da centro curva (viene allungata notevolmente la fase
di carrellamento, per mantenere la traiettoria più corta),
più una leggera spinta di destro, per un totale di 6-8 passi.
Con questo numero di passi e sequenza il tempo non varia di molto
rispetto al giro su 4 birilli (vengono percorsi meno metri, si aumenta
l’inclinazione dell’asse corporeo in curva). Queste traiettorie tendono
ad allargarsi in entrata ed in uscita con l’aumento della velocità,
da segnalare il giro alla massima velocità a 8”90 fatto registrare
da Joey Mantia, al campionato italiano indoor di Forlì il miglior
giro è stato di Luca Presti nella finale 1000 metri, 9”54.
Il fondo: è come avere la sensazione che al posto
delle ruote ci siano delle ventose!!! In curva è come mettersi
su di un binario!!! E’ vero che si tiene, ma come si sbagliano i carichi
e l’assetto si vola via!!!
Alcune informazioni sui ritmi organizzativi:
Venerdì, si è gareggiato dalle 9.00 del mattino fino alle 18.00, totale 9 ore,
senza pause.
Sabato, si è gareggiato dalle 5.00 del mattino
fino alle 18.30, totale 13,30 ore,
senza pause (dalle 5.00, non mi sono sbagliato!!!).
Domenica, si è gareggiato dalle 7.00 del mattino
fino alle 15.30, totale 8,30, senza pause.
Tempo totale di gare nei tre giorni: 31 ore
Numero totale di gare (batterie e finali): 365
Premiazioni: non effettuate in pista, sono stati i dirigenti a ritirare
le medaglie, conquistate dai propri atleti, in segreteria.
Conclusione: “Tutto fa bene… tutto fa male”
Giudici: sono tutti con i pattini, seguono pattinando
all’interno della pista gli atleti loro assegnati.
Scorrettezze: leggero spostamento di corsia dell’atleta
che viene sorpassato = squalifica, contatto con l’avversario = squalifica,
prima partenza falsa = 1 metro indietro, seconda partenza falsa =
squalifica.
Contestazioni: solo di un atleta francese squalificato
dopo la seconda partenza falsa.
Birilli: il tocco dei birilli non viene sanzionato, ma attenzione…
credo di esagerare se in tre giorni di gara sono stati toccati più
di 15 volte i birilli, ricordo le 365 gare con una
media di 10 atleti a gara.
Gara ad eliminazione World Class e Senior: 60 giri, oltre 50 atleti
in gara.
La Nazionale Francese: se visionerete il video sarete voi a giudicare…
CONSIDERAZIONI
PERSONALI:
• quanto visto ed indicato oltre 11 anni fa, non è assolutamente
cambiato,
• la gestione del giro di pista (nella gara in questione) è
la stessa sia per il settore femminile che per quello maschile,
• è la stessa per tutte le categorie (solo i giovanissimi incrociano
tutta la curva, ma sui 100 metri mi sembra normale),
• la pista piana interpretata con esecuzioni propulsive solo nella
curva diventa “palestra di formazione”,
• quanti tecnici hanno in questi anni impostato questo tipo di esecuzione
nel giro di pista piana?
• vi ricordate quanti titoli italiani vinti da atleti che percorrevano
un cerchio (Salsomaggiore, Ariccia) seppur a velocità alta
ma costante nel giro e priva di accelerazioni?
• sono le accelerazioni che fanno la differenza e soprattutto saper
accelerare in curva ci da il polso delle competenze tecniche di un
atleta nel passo incrociato,
• le preoccupazioni tecniche prima del Campionato Italiano di Forlì
ritengo siano state infondate, in quanto anche se il tracciato da
100 metri è stato inserito in un impianto da 25x50, contro
gli altri di Salsomaggiore ed Ariccia inseriti in impianti da 30x60
(e con tenuta delle ruote maggiore), i tempi medi di tutte le gare
sono stati migliori come migliore è stato il giro più
veloce registrato in questi 10 anni di indoor,
• l’impianto in qualche maniera ha condizionato positivamente la distribuzione
delle spinte nel giro di pista, nessuno è riuscito ad incrociare
per tutto il giro, i reali metri percorsi sono risultati minori rispetto
a quelli percorsi in un impianto che avrebbe permesso vie di fuga
più grandi,
• perché non impostare il giro di pista piana da 80 metri in
questo modo con i nostri “piccoli atleti”?
• utilizziamo maggiormente la nostra osservazione sulle esecuzioni
tecniche ed abbandoniamo per qualche tempo il cronometro!
• sono “straconvinto” delle grandi potenzialità dei nostri
atleti e dei loro margini di miglioramento,
• quanti hanno smesso di pattinare senza aver avuto la possibilità
di conoscere il reale uso del pattino in linea?
• Parliamone…………………
Ecco alcune foto del Campionato Indoor di Forlì e della gara negli USA a Filadelfia, si commentano
da sole, ma quando vedrete Presti, l’alibi delle piste scivolose non
può essere assoluto, il “saper pattinare” ed il raggiungimento
della “maestria tecnica”, debbono essere realizzate in qualsiasi situazione
(Mainel: coordinazione fine in condizioni variabili).
NB: Per
richiedere il DVD di circa 2h30’, relativo alla gara di Filadelfia
(USA) telefonare direttamente al 348-7502343
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